L’informatico Paolo Bianchi ha 60 anni, in qualità di responsabile di reparto guadagna 150 000 franchi lordi annui ed è portato per i conti. Dall’ultimo colloquio di consulenza presso la sua banca ha iniziato a riflettere. L’ipoteca sull’abitazione di proprietà in cui vive insieme alla sua partner Gemma Fontana stava per giungere a scadenza. Avevano acquistato l’appartamento del valore di 1 milione di franchi su base paritaria e ne avevano pagato un quarto. Dal suo ultimo compleanno, molte domande affollano la testa di Paolo Bianchi.
Eppure la coppia si era già occupata di molte cose. In particolare, avevano stipulato un contratto successorio per il patrimonio liberamente disponibile e stabilito il diritto di abitazione a vita a favore del partner nell’abitazione di proprietà comune. Gemma ha 59 anni, è insegnante a tempo parziale e guadagna 40 000 franchi lordi annui. Paolo si è reso conto che, oltre all’avanzare dell’età , i due stanno per iniziare un nuovo capitolo della loro vita, nel quale non riceveranno più un salario fisso ogni mese: il denaro infatti arriverà da diverse fonti. Entrambi sono felici al pensiero di andare in pensione nel contempo tuttavia Paolo inizia a preoccuparsi della sicurezza finanziaria di Gemma.
La rendita proveniente dall’AVS e dalla cassa pensione della partner si aggirerebbe sui 33 000 franchi all’anno, mentre la sua entrata ammonterà a 113 000 franchi. Paolo sapeva già che, soprattutto nella loro situazione di concubinato, una tale discrepanza tra le rendite avrebbe comportato una notevole perdita di reddito da parte di Gemma qualora lui fosse mancato. Inoltre, la sostenibilità finanziaria della loro ipoteca comune lasciava poco margine di manovra. Per Paolo era chiaro che, in caso di decesso di uno dei due, l’ipoteca avrebbe dovuto essere ammortizzata. Doveva forse sposare Gemma per darle una maggiore sicurezza finanziaria?