Previdenza di vecchiaia
Previdenza di vecchiaia per gli autonomi
La previdenza nel 2° pilastro è volontaria per i lavoratori autonomi. Ma può valere la pena sfruttamento appieno il pilastro 3a.
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Previdenza di vecchiaia
La previdenza nel 2° pilastro è volontaria per i lavoratori autonomi. Ma può valere la pena sfruttamento appieno il pilastro 3a.
Diventando lavoratori autonomi la responsabilità per la propria previdenza di vecchiaia aumenta. È necessario continuare a versare i contributi per l’assicurazione di vecchiaia e superstiti AVS/AI. La percentuale da versare dipende dal reddito annuo. La previdenza mediante il 2° pilastro invece non è obbligatoria per tutti gli imprenditori. Pertanto è estremamente importante riflettere per tempo in merito.
Determinante per la previdenza nel 2° pilastro è la distinzione tra lavoratori autonomi «veri» e «finti». I titolari di una società anonima o di una S.a.g.l. rientrano nella categoria dei lavoratori autonomi «finti», poiché in questo caso essi sono assunti dalla propria azienda. Essi devono pertanto aderire obbligatoriamente a una cassa pensione. Ciò significa che possono versare nel pilastro 3a al massimo 6768 franchi.
I lavoratori autonomi «veri» sono i titolari di una ditta individuale, di una società collettiva o in accomandita. Essi non sono soggetti alla previdenza professionale obbligatoria, ma possono aderire volontariamente a una cassa pensione e quindi assicurarsi contro il rischio di decesso e invalidità .
Se decide di aderire a una cassa pensione, sono disponibili diverse varianti. Se la sua azienda ha dei dipendenti, lei può assicurarsi presso la loro cassa pensione. Ma c’è anche la possibilità di aderire a un istituto di previdenza della sua categoria professionale o di settore. Controlli comunque sempre il grado di copertura della relativa cassa. È inoltre possibile aderire alla Fondazione Istituto collettore LPP.
In alternativa alla cassa pensione, i lavoratori autonomi «veri» hanno la possibilità di sfruttare interamente le possibilità di risparmio nel cosiddetto «grande pilastro 3a». In quanto lavoratore autonomo senza previdenza professionale è possibile versare all’anno fino al 20 percento del proprio reddito da attività lavorativa nel pilastro 3a (2016: al massimo 33 840 franchi) e detrarlo interamente dal reddito imponibile.
Il fatto che l’adesione a una cassa pensione sia preferibile al risparmio attraverso il pilastro 3a o meno dipende dalla situazione individuale del singolo, tra cui dal reddito. Per esempio, a partire da un determinato reddito annuo conviene l’adesione alla cassa pensione per effetto del limite di importo massimo del pilastro 3a. Nel 2° pilastro gli importi di risparmio massimi annui dipendono dal reddito e consentono eventualmente contributi maggiori rispetto a quelli della previdenza vincolata. Rifletta sul suo fabbisogno assicurativo. Per esempio, i single senza figli non beneficiano delle prestazioni erogate dalla cassa pensione destinate ai superstiti.
La cassa pensione non è pensata esclusivamente per la previdenza per la vecchiaia. Se l’assicurato diventa invalido, l’istituto di previdenza presta un supporto finanziario sotto forma di rendita d’invalidità . In caso di decesso del contraente dell’assicurazione, la cassa pensione sostiene i superstiti con una rendita vedovile o per orfani. Se decide di non aderire a una cassa pensione, si consiglia di coprire il rischio di decesso e invalidità in altro modo, per esempio con un’assicurazione sulla vita.
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