Source: ÃÛ¶¹ÊÓƵ
Una migliore comprensione della storia della finanza offre alle investitrici e agli investitori svizzeri preziose lezioni che possono influenzare il comportamento d’investimento futuro. In ÃÛ¶¹ÊÓƵ Global Investment Returns Yearbook 2025 (disponibile solo in inglese) viene illustrata la performance di mercato degli ultimi 125 anni per diverse classi di attivi. Aiuta a capire meglio sfide attuali come concentrazione di mercato, rendimenti, drawdown, correlazioni ed evoluzione delle dinamiche di inflazione e tassi. Ecco le nostre dieci lezioni principali:
- La composizione dei mercati può cambiare significativamente. All’inizio del 20º secolo dominavano le ferrovie, con oltre il 50%, mentre oggi tra le industrie più grandi figurano l’energia, la tecnologia e la sanità . Gli investitori che privilegiano la Svizzera sono oggi sottoinvestiti nella tecnologia e dovrebbero prendere in considerazione ulteriori spostamenti.
- Dal 1900, i rendimenti annualizzati delle azioni statunitensi sono stati del 9,7%. L’analisi dimostra che le azioni sono state ovunque la classe di attivi con la performance migliore, confermando la legge del rischio e del rendimento.
- Al contrario, la performance dei titoli di Stato è risultata modesta. La media del rendimento reale annualizzato in 21 paesi è stata dello 0,9%. Questo dimostra che è necessario guardare a periodi di tempo lunghi. In Svizzera, il rendimento reale annualizzato medio dei titoli della Confederazione si è attestato oltre il 2% grazie alla bassa inflazione: un risultato leggermente migliore, ma ancora ben lontano dal livello delle azioni.
- Gli investitori devono mettere in conto gli alti e bassi del mercato. Il rendimento reale medio delle azioni statunitensi è stato impressionante, ma con un’ampia gamma di esiti. Questo ci ricorda quanto sia importante mantenere la calma durante le ondate di vendite.
- La pazienza è stata decisiva. I «drawdown» (fasi ribassiste) possono variare per durata e intensità . Di solito servono alcuni anni per recuperare tutto il terreno perduto.
- Una diversificazione tra diverse classi di attivi ha aiutato a controllare la volatilità . Nel lungo periodo, un portafoglio composto dal 60% di azioni statunitensi e dal 40% di obbligazioni in USD ha conseguito un rendimento annualizzato del 5,1% con una volatilità del 13,4%.
- Ci sono ragioni convincenti per diversificare la quota azionaria, soprattutto perché la concentrazione delle dieci società più grandi è salita ai livelli più alti dal 1933.
- Anche l’inflazione è un fattore importante nei rendimenti a lungo termine. I rendimenti obbligazionari reali sono più bassi quando il rincaro è maggiore. Le azioni registrano una performance reale particolarmente buona quando l’inflazione è bassa.
- L’oro e le materie prima possono giocare un ruolo nella protezione dall’inflazione. L’oro vanta una correlazione positiva con l’inflazione, ma è stato anche volatile e ha generato un rendimento a lungo termine piuttosto basso. Questo vale soprattutto per gli investitori in franchi, che devono tenere in considerazione anche la svalutazione a lungo termine del dollaro statunitense nei confronti del franco.
- I cosiddetti «fattori di investimento» hanno generato una sovraperformance nel lungo periodo. Dimensioni, value, reddito, momentum e volatilità continueranno a influenzare in misura significativa i rendimenti dei portafogli.
Per finire, vorrei altresì ricordare che esistono altre classi di attivi per cui sono disponibili serie temporali più brevi da analizzare. In questa categoria rientrano in particolare gli strumenti dei mercati privati (ad es. private equity), che dovrebbero a loro volta generare un rendimento molto interessante su periodi di tempo lunghi. E questo mi riporta alla lezione più importante: diversificate tra il maggior numero possibile di classi di attivi, regioni e settori.
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